Per leggerla, se proprio non state facendo nulla e con questa mia newsletter vi state lasciando tenere compagnia, vi consiglio la playlist “Cozy Christmas jazz” su Spotify, che è la stessa che sto ascoltando io ora mentre vi scrivo.
Come dicevo prima, non mi sono mai posta obiettivi del genere perché non mi era mai passata per l’anticamera del cervello l’idea di un natale passato male, di una Natale “preso a male”.
Perché per me il Natale è sempre stato colori, luci, regali, musica, vino, sorrisi, neve, cioccolata, pause vere, insomma non so perché nella ia testa natale è sempre stato tutto ciò.
Quando andavo alle elementari, oltre al classico calendario dell’avvento con i cioccolatini, sopra al letto appendevo un foglio con scritte le date che mi separavano dal Natale, sbarrando ogni giorno che passava (manco fossi stata in prigione) perché per me la fine della scuola combaciava con l’inizio della magia.
Del Natale ho sempre e solo conservato i ricordi migliori.
Le luci, il cibo, le campanelle che qualcuno faceva suonare sotto al tavolo all’arrivo dei regali, le impronte finte lasciate vicino al camino, tutti i film di Natale di cui mia madre letteralmente mi drogava, e ancora la famiglia, casa piena di gente e tutta questa roba sdolcinata.
E poi?
Poi ad un certo punto si cresce, ed io sono cresciuta quest’anno.
Sono cresciuta tardi, devo ammetterlo.
Perché per me la magia c’è sempre stata.
Anche quando i parenti sono drasticamente diminuiti (e i pochi che c’erano manco li sopportavo), la magia c’era anche quando non stavo bene, c’era anche l’anno scorso che in quanto regione rosso rafforzata il Natale l’abbiamo fatto senza parenti.
Ho sempre sentito la magia.
Cucinare, truccarsi e vestirsi -per mia tradizione- con un maglione bianco, la consegna dei regali che per me è sempre stata la parte più bella, la musica ecc.
Quest’anno? Boh.
Quest’anno proprio boh.
Le luci non mi fomentano più, i film di Natale non mi scaldano, la cioccolata non mi sa più di festa, sto facendo tutto fuorché riposarmi e sono arrivata a pensare: ok, non vedo l’ora che arrivi il 26, per uscire dal modo feste e concentrarmi di più sullo studio.
Io? Che non vedo l’ora che arrivi il 26? Che finisca il Natale?