Quindi, per farvela breve, sono successe tante cose: vita nuova, persone nuove, casa nuova, abitudini nuove, studi nuovi, supermercato nuovo insomma tutto nuovo.
E-chiaramente- ho già avuto un paio di crisi mistiche.
Ma robetta easy, tipo: che senso ha essere parte di questo mondo se non posso fare la differenza, dove sto andando a parare, che senso ha la mia vita, perché usiamo così tanta plastica, come mai ho scelto proprio de ripijà latino, perché ho scelto di iniziare l’uni quando i miei coetanei o si laureano o si sposano, perché ancora ogni giorno dobbiamo ricordare agli uomini che nun ce devono menà, che devo mangiare per pranzo, saranno finiti i mirtilli, perché non sono felice e appagata se ho tutto quello che desideravo?
Insomma, robetta.
In più, amic*, proprio perché voi della newsletter siete i miei confidenti, parliamo anche di questo.
Si è chiusa una relazione molto importante per me, e in questi mesi ho fatto finta di nulla, ho cercato di non affrontare questa cosa riempiendomi di impegni e cose da fare.
Risultato?
Mi ritrovo a piangere ogni volta che parte “Love in the dark” di Adele, ma vi giuro completamente a caso.
Del tipo che ero al mercato, mi è partita in cuffia, e sono scoppiata a piangere con tre zucchine sotto braccio davanti alle palle di natale.
Tutto questo, comunque, per dirvi: ho una soluzione a queste domande? No.
Ve ne parlo lo stesso? Sì.
Perché?
Perché so che tante persone stanno messe come me, perché so che molti miei pensieri sono anche frutto di questi ultimi due anni.
Tutti chiusi, con la costante paura di fare tutto, di avvicinarsi alla gente, di fallire ed essere inutil* perché ci sono persone che questo periodo sono riuscit* a sfruttarlo mentre noi no.
L’ultima volta ho detto alla psicologa che spesso mi chiedo che persona sarei potuta essere.
Che persona sarei ora se nella mia vita non avessi incrociato la depressione o i miei stati d’ansia continui e così forti?
Che persona sarei stata?
Ecco, penso che in molt* ci chiediamo: che persona sarei se non ci fosse stato il covid? Se non avessi vissuto quest’ultimi due anni?
Così, mentre glielo chiedevo, nel mio discorso un po’ ‘nzozzato da pensieri accavallati e disordinati, ho anche iniziato a parlare di “strappare lungo i bordi” di zerocalcare (e sono sicura l’abbiate vista tutt*).
E le dicevo che non solo ad un certo punto ho iniziato a non strappare più lungo i bordi, non solo non riuscivo più a seguire e strappare lungo la linea tratteggiata, è che proprio a ‘na certa sta linea tratteggiata è sparita!
Anzi, è sparito proprio il foglio!
Come se qualcuno c’avesse spento 4/5 sigarette sopra, tutte di fila, e se io il tratteggio non lo vedo più dove vado? Cosa strappo?
Come faccio ad andare lungo i bordi se non c’è niente?
Ecco, lei mi ha risposto un po’ di cose filosofiche e qualcuna molto da cliché di psicologa tipo: “come ti senti a riguardo?”.
Però ho capito una cosa.
E l’ho capita oggi.
Perché il tempo me se magna (come dicono qui), nel senso che sembra non essere mai abbastanza, mi distraggo facilmente, sembra quasi di non concludere nulla delle giornate.
Però stamattina sono uscita, sono andata al mercato che era pieno di gente, di colori, di profumi, e mi sono messa a parlare con un romanaccio che mi stava vendendo i broccoli, e lui aveva voglia di parlare, di raccontarmi della figlia e di come va la vendita delle zucchine, ed io l’ho ascoltato.
E lui mi ha regalato il basilico.
E poi ho comprato dei dolcetti fatti in casa e un girasole alla mia coinquilina, perché le coccole fanno sempre bene, e c’era questo stand tutto dedicato al Natale che mi ha riempito gli occhi (anche se non ho comprato nulla, per adesso)
E poi sono andata al supermercato, a comprare dei biscottini super bio che costano un occhio della testa, e casualmente mi ha chiamato mia madre.
E, per scherzare, le ho detto: “sì, sto comprando questi biscottini bio come se fossi ricca”.
E lei mi ha detto: ” brava, tu sei ricca.
Sei ricca di tante cose belle”.
E allora ho capito che, quando la linea tratteggiata la vediamo di nuovo, la becchiamo di nuovo, dobbiamo semplicemente riprendere a strappare.
Che è inutile farsi domande, chiedersi perché nel nostro foglio ad un certo punto ci siamo imbattut* su quel buco.
C’era, l’abbiamo visto, abbiamo ritrovato il tratteggio? Allora ricominciamo a strappare.